Гвидо Бонатти (родился в начале XIII в., в Каше, близ Флоренции, по другим сведениям — в Форли; умер в конце XIII века, предположительные годы: 1296, 1297, 1300; местом смерти называют по разным источникам один из монастырей в Анконе или в Чезене)
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В 1260 году Бонатти был астрологом городской общины Флоренции. Впоследствии поступил на службу к графу Гвидо да Монтефельтро (предводителю гибеллинов), для которого определял наилучшее время выступлений в поход. Считается, что астролог обеспечил графу множество побед. Известен случай, описанный историком Фальгусом и цитируемый Рафаэлем в «Руководстве по астрологии» (Лондон, 1834 г.), в котором Бонатти послал весть в осаждённый город графу Мон-Серан и предупредил, что если граф совершит вылазку во вражеский лагерь в рассчитанный астрологом час, то враг будет разгромлен, а сам граф будет ранен в бедро, но излечится от ранения. Граф последовал совету Бонатти и сделал вылазку. Предсказание сбылось до последней детали.
...
Бонати разрабатывал использование жребиев (в "Liber astronomiae" он приводит формулы для 128 жребиев) и мидпойнтов. В частности, он считал, что Асцендент всегда должен находиться ровно посередине между двумя планетами, т.е. в мидпойнте между ними (см. Бонати метод ректификации). Известно, что Бонати настаивал на необходимости составления гороскопа строения при закладке всех церковных и монастырских зданий. Под именем Бонатти (Bonatti) он упоминается в "Божественной комедии" Данте (Ад, Песнь XX) и в "Истории Флоренции" Макиавелли. В конце XIV в. Филиппо Виллани составил его жизнеописание.
È stato anche ipotizzato che fosse al servizio o intimo dell'imperatore Federico II di Svevia[1], e di Ezzelino da Romano, dal momento che la tradizione gli attribuisce, dall'alto della sua torre di Forlì, l'osservazione di una serie di straordinari presagi, astronomici e meteorologici, attraverso i quali, nel 1246, fu in grado di formulare una divinazione e confermare le voci di una congiura con cui il Papa Innocenzo IV mirava ad assassinare la persona di Federico e del suo alleato, in quella sedizione che sarebbe poi sfociata nell'epilogo di Capaccio.
Nel 1260 Bonatti risultò come testimone di una lega tra Firenze e Siena. In quell'occasione predisse la vittoria dei ghibellini alla Battaglia di Montaperti, guadagnando molta fama dopo che questa si avverò.
Nel 1282, il Papa Martino IV inviò un agguerrito esercito di francesi contro la città di Forlì, rimasta forse l'ultima roccaforte ghibellina in Italia. I Francesi, dopo aver a lungo assediato la città, furono infine pesantemente sconfitti, anche grazie all'abilità strategica di Guido da Montefeltro, allora a capo delle milizie forlivesi, e del suo consigliere, appunto Guido Bonatti: l'episodio della battaglia di Forlì è ricordato da Dante Alighieri, che di Forlì dice: "la terra che fe' già la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio" (Inferno, XXVII, 43-44), mentre Bonatti stesso è messo all'Inferno (Inferno, XX,118). Bonatti aveva il proprio laboratorio nella cella campanaria dell'Abbazia di San Mercuriale e, secondo la memoria storica della città, sembra che dall'alto del campanile abbia guidato la resistenza forlivese contro i francesi. Secondo alcune fonti, pare aver predetto anche il proprio ferimento durante l'assedio, cosa che si avverò.
Intorno all'anno 1277, scrisse un grande trattato di astronomia, e astrologia, dal titolo Liber decem continens tractatus astronomiae, di cui esistono vari esemplari e vennero pubblicate diverse edizioni a stampa: come nel 1491, nel 1506, nel 1550. Il che dimostra il credito e l'interesse che il testo suscitò nei secoli successivi. Sorvolando sulle implicazioni matematiche, vi esponeva gli elementi basilari dell'astronomia tolemaica, aggiungendovi i risultati delle proprie ricerche ed osservazioni: come riferisce il Tabanelli (a p. 38), Bonatti si attribuiva il merito di aver "individuato 700 stelle, delle quali, fino ad allora, non si aveva avuta ancora conoscenza".
Del resto, sembra che un pregio indiscusso fosse quello della chiarezza (non facile da trovare in argomenti astronomici ed astrologici): il cronista Giovanni Villani riferisce che l'esposizione era così piana da farsi intendere perfino a delle "fanciulle".
www.treccani.it/enciclopedia/guido-bonatti_(Dizionario_Biografico)/
Nel 1248 il B. era a Forlì da dove, secondo quanto egli afferma, avrebbe informato l'imperatore Federico II, allora a Grosseto, di una congiura ordita contro la sua persona, permettendo così al sovrano di sventare il complotto. Fondandosi su questa notizia - per altro non suffragata da ulteriori prove concrete - il Guerri ha prospettato l'ipotesi che l'astrologo si trovasse allora al servizio dell'imperatore o che, almeno, fosse in amichevoli rapporti con lui. Dopo questa data il B... per quasi dieci anni, non viene più menzionato dalle fonti a noi note: la successiva notazione relativa all'astrologo romagnolo riguarda infatti il biennio 1255-1257, quando ci viene riferito che egli si trovava a Forlì, ove capeggiava con altri ragguardevoli concittadini l'opposizione interna alla signoria di Simone Mestaguerra. E nell'insurrezione contro costui e nella sua espulsione dalla città l'astrologo ebbe, secondo quanto si può desumere dalle fonti, una parte di primo piano. Passato quindi, non sappiamo in quale anno, al servizio di Ezzelino da Romano - cui lo unirono vincoli di amichevole familiarità - nel 1259 era a Brescia, tra gli astrologi e i consiglieri del signore di Romano (è forse sul fondamento di tali notizie che il Tommasini ha annoverato tra i professori dello Studio padovano anche il B.). In seguito, dopo la morte del suo protettore (27 sett. 1259), entrato al servizio di Guido Novello I dei conti Guidi di Bagno-Raggiolo, partecipò, tra i dignitari del suo seguito, alla battaglia di Montaperti (4 sett. 1260) e il 22 novembre successivo fu presente alla cerimonia della solenne ratifica del trattato di alleanza tra i ghibellini di Siena e di Firenze più sopra ricordato. Dalla sottoscrizione da lui apposta a quel documento, sembrerebbe doversi concludere che il B., entrato in Firenze dopo la vittoria di Montaperti, vi fosse stato chiamato a coprire la carica di astrologo ufficiale del Comune: ci mancano, in ogni caso, altre prove concrete oltre alla sua esplicita affermazione. Come che siano andate le cose, è certo che seguì Guido Novello I, vicario di re Manfredi in Firenze, anche nella scorreria che il conte, alla testa della taglia di parte ghibellina di Toscana, compì nel territorio di Lucca (settembre 1261), così come è certo che in quello stesso anno partecipò allo sfortunato assedio del castello di Fucecchio. Riceveva allora, si ignora a quale titolo, uno stipendio, regolarmente registrato negli atti ufficiali dal Comune di Siena.
Nulla sappiamo del B. per i successivi tre anni: nel 1264 si trovava nuovamente a Forlì, dove compare testimone nel patto stipulato tra il patriarca di Ravenna e il Senato forlivese. C'era ancora nel 1267, secondo una sua precisa annotazione, ma ignoriamo, per il silenzio delle fonti, i suoi movimenti tra il 1264 e il 1267, e poi ancora di nuovo per tutto un altro decennio, sino al 1278, quando si sarebbe trovato, secondo alcuni studiosi, a Bologna - se pure è da identificarsi con quel "magister Guidone quondam Bonati", che sottoscrisse il memoriale di Rolando di Bernardino di Mezzario, rogato il 5 agosto di quell'anno. In effetti, la sola circostanza che ci sia nota della vita del B. in questi tre lustri è la familiare consuetudine che lo legò al conte di Montefeltro, Guido I, il quale lo volle tra i suoi più diretti collaboratori e lo ebbe come il più ascoltato dei suoi consiglieri. Giovanni Villani testimonia del resto (VII, 81, p. 145) - sia pure con alquante riserve - la parte che il B. ebbe nell'incursione condotta dal conte contro le milizie francesi di "messer Gianni de Prà" (1282); e un'eco della sua attività di consigliere militare del conte di Montefeltro si trova, d'altra parte, nello scarno commento di Benvenuto da Imola.
Non conosciamo né la data né le circostanze della sua morte. Secondo una puntuale notizia riferita da Filippo Villani (p. 418) e della quale, sino a prova contraria, non è lecito dubitare, il B. morì "già vecchio, vivendo ancora il conte Guido il quale con gran concorso de' Forlivesi, seppellì l'ossa sue in Santo Mercuriale molto onorevolmente".
Un documento bolognese, edito dallo Zaccagnini, testimonia che nel 1296 il B. era ancora vivo, che abitava a Forlì e che veniva considerato tra le persone più ragguardevoli di quella città. Poiché Guido I da Montefeltro morì il 29 sett. 1298, e poiché sembra, d'altro canto, che fu lui a tributare al B. le estreme onoranze, non è azzardato pensare che l'astrologo forlivese sia morto nella sua città natale sullo scorcio del secolo XIII; la sua scomparsa, comunque, non dovette avvenire dopo l'estate del 1298.Dopo la sua morte si diffuse la leggenda di una conversione e di una vocazione tardiva del B., che avrebbe concluso la sua vita come frate minore in una comunità francescana. Tale leggenda, che pure è stata ripresa da agiografi e storici dell'Ordine di S. Francesco, ed è stata confermata dallo Sbaraglia, non si fonda in realtà su prove concrete: ma è da ritenere, come pensò il Guerri, che essa sia sorta come riflesso delle vicende spirituali del suo ultimo protettore, Guido da Montefeltro. Allo stesso modo è da ritenere leggendaria la narrazione contenuta negli Annales Forolivienses, secondo i quali il B. sarebbe stato ucciso da alcuni malfattori sulla strada da Cesenatico a Cesena, mentre tornava da un viaggio compiuto a Parigi e nelle maggiori città italiane, dove avrebbe portato e discusso, con i professori di quelle università, le sue opere.
La figura del B. destò viva impressione nei suoi contemporanei, soprattutto per la fama di empietà e di oscura stregoneria che gli si attribuivano. Fra' Salimbene de Adam, nella sua Cronica, insiste particolarmente su questo punto, ricordando, fra l'altro, un dibattito pubblico (ovviamente taciuto dal B.), che vide di fronte l'astrologo e un famoso predicatore francescano, Ugo da Reggio, il quale avrebbe confutato una ad una le tesi del B., costringendolo infine al silenzio e ad allontanarsi "confuso". L'attendibilità dell'episodio, il cui esito doveva esser stato particolarmente amaro per il B. perché avvenuto proprio a Forlì, sembra confermata dall'ostilità che egli manifesta nei confronti del clero e, in particolare, nei confronti degli Ordini mendicanti in molti passi della sua opera maggiore, soprattutto là dove allude esplicitamente all'oroscopo da lui fatto sull'imminente scioglimento dell'Ordine francescano.
www.argo-school.ru/mir_astrologii/retsenzii_i_k...
www.astrologic.ru/library/bonatti.htm
Монтаперти — 4 сентября 1260
Беневенто — 26 февраля 1266
Кампальдино - 2 июня 1289
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В 1260 году Бонатти был астрологом городской общины Флоренции. Впоследствии поступил на службу к графу Гвидо да Монтефельтро (предводителю гибеллинов), для которого определял наилучшее время выступлений в поход. Считается, что астролог обеспечил графу множество побед. Известен случай, описанный историком Фальгусом и цитируемый Рафаэлем в «Руководстве по астрологии» (Лондон, 1834 г.), в котором Бонатти послал весть в осаждённый город графу Мон-Серан и предупредил, что если граф совершит вылазку во вражеский лагерь в рассчитанный астрологом час, то враг будет разгромлен, а сам граф будет ранен в бедро, но излечится от ранения. Граф последовал совету Бонатти и сделал вылазку. Предсказание сбылось до последней детали.
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Бонати разрабатывал использование жребиев (в "Liber astronomiae" он приводит формулы для 128 жребиев) и мидпойнтов. В частности, он считал, что Асцендент всегда должен находиться ровно посередине между двумя планетами, т.е. в мидпойнте между ними (см. Бонати метод ректификации). Известно, что Бонати настаивал на необходимости составления гороскопа строения при закладке всех церковных и монастырских зданий. Под именем Бонатти (Bonatti) он упоминается в "Божественной комедии" Данте (Ад, Песнь XX) и в "Истории Флоренции" Макиавелли. В конце XIV в. Филиппо Виллани составил его жизнеописание.
È stato anche ipotizzato che fosse al servizio o intimo dell'imperatore Federico II di Svevia[1], e di Ezzelino da Romano, dal momento che la tradizione gli attribuisce, dall'alto della sua torre di Forlì, l'osservazione di una serie di straordinari presagi, astronomici e meteorologici, attraverso i quali, nel 1246, fu in grado di formulare una divinazione e confermare le voci di una congiura con cui il Papa Innocenzo IV mirava ad assassinare la persona di Federico e del suo alleato, in quella sedizione che sarebbe poi sfociata nell'epilogo di Capaccio.
Nel 1260 Bonatti risultò come testimone di una lega tra Firenze e Siena. In quell'occasione predisse la vittoria dei ghibellini alla Battaglia di Montaperti, guadagnando molta fama dopo che questa si avverò.
Nel 1282, il Papa Martino IV inviò un agguerrito esercito di francesi contro la città di Forlì, rimasta forse l'ultima roccaforte ghibellina in Italia. I Francesi, dopo aver a lungo assediato la città, furono infine pesantemente sconfitti, anche grazie all'abilità strategica di Guido da Montefeltro, allora a capo delle milizie forlivesi, e del suo consigliere, appunto Guido Bonatti: l'episodio della battaglia di Forlì è ricordato da Dante Alighieri, che di Forlì dice: "la terra che fe' già la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio" (Inferno, XXVII, 43-44), mentre Bonatti stesso è messo all'Inferno (Inferno, XX,118). Bonatti aveva il proprio laboratorio nella cella campanaria dell'Abbazia di San Mercuriale e, secondo la memoria storica della città, sembra che dall'alto del campanile abbia guidato la resistenza forlivese contro i francesi. Secondo alcune fonti, pare aver predetto anche il proprio ferimento durante l'assedio, cosa che si avverò.
Intorno all'anno 1277, scrisse un grande trattato di astronomia, e astrologia, dal titolo Liber decem continens tractatus astronomiae, di cui esistono vari esemplari e vennero pubblicate diverse edizioni a stampa: come nel 1491, nel 1506, nel 1550. Il che dimostra il credito e l'interesse che il testo suscitò nei secoli successivi. Sorvolando sulle implicazioni matematiche, vi esponeva gli elementi basilari dell'astronomia tolemaica, aggiungendovi i risultati delle proprie ricerche ed osservazioni: come riferisce il Tabanelli (a p. 38), Bonatti si attribuiva il merito di aver "individuato 700 stelle, delle quali, fino ad allora, non si aveva avuta ancora conoscenza".
Del resto, sembra che un pregio indiscusso fosse quello della chiarezza (non facile da trovare in argomenti astronomici ed astrologici): il cronista Giovanni Villani riferisce che l'esposizione era così piana da farsi intendere perfino a delle "fanciulle".
www.treccani.it/enciclopedia/guido-bonatti_(Dizionario_Biografico)/
Nel 1248 il B. era a Forlì da dove, secondo quanto egli afferma, avrebbe informato l'imperatore Federico II, allora a Grosseto, di una congiura ordita contro la sua persona, permettendo così al sovrano di sventare il complotto. Fondandosi su questa notizia - per altro non suffragata da ulteriori prove concrete - il Guerri ha prospettato l'ipotesi che l'astrologo si trovasse allora al servizio dell'imperatore o che, almeno, fosse in amichevoli rapporti con lui. Dopo questa data il B... per quasi dieci anni, non viene più menzionato dalle fonti a noi note: la successiva notazione relativa all'astrologo romagnolo riguarda infatti il biennio 1255-1257, quando ci viene riferito che egli si trovava a Forlì, ove capeggiava con altri ragguardevoli concittadini l'opposizione interna alla signoria di Simone Mestaguerra. E nell'insurrezione contro costui e nella sua espulsione dalla città l'astrologo ebbe, secondo quanto si può desumere dalle fonti, una parte di primo piano. Passato quindi, non sappiamo in quale anno, al servizio di Ezzelino da Romano - cui lo unirono vincoli di amichevole familiarità - nel 1259 era a Brescia, tra gli astrologi e i consiglieri del signore di Romano (è forse sul fondamento di tali notizie che il Tommasini ha annoverato tra i professori dello Studio padovano anche il B.). In seguito, dopo la morte del suo protettore (27 sett. 1259), entrato al servizio di Guido Novello I dei conti Guidi di Bagno-Raggiolo, partecipò, tra i dignitari del suo seguito, alla battaglia di Montaperti (4 sett. 1260) e il 22 novembre successivo fu presente alla cerimonia della solenne ratifica del trattato di alleanza tra i ghibellini di Siena e di Firenze più sopra ricordato. Dalla sottoscrizione da lui apposta a quel documento, sembrerebbe doversi concludere che il B., entrato in Firenze dopo la vittoria di Montaperti, vi fosse stato chiamato a coprire la carica di astrologo ufficiale del Comune: ci mancano, in ogni caso, altre prove concrete oltre alla sua esplicita affermazione. Come che siano andate le cose, è certo che seguì Guido Novello I, vicario di re Manfredi in Firenze, anche nella scorreria che il conte, alla testa della taglia di parte ghibellina di Toscana, compì nel territorio di Lucca (settembre 1261), così come è certo che in quello stesso anno partecipò allo sfortunato assedio del castello di Fucecchio. Riceveva allora, si ignora a quale titolo, uno stipendio, regolarmente registrato negli atti ufficiali dal Comune di Siena.
Nulla sappiamo del B. per i successivi tre anni: nel 1264 si trovava nuovamente a Forlì, dove compare testimone nel patto stipulato tra il patriarca di Ravenna e il Senato forlivese. C'era ancora nel 1267, secondo una sua precisa annotazione, ma ignoriamo, per il silenzio delle fonti, i suoi movimenti tra il 1264 e il 1267, e poi ancora di nuovo per tutto un altro decennio, sino al 1278, quando si sarebbe trovato, secondo alcuni studiosi, a Bologna - se pure è da identificarsi con quel "magister Guidone quondam Bonati", che sottoscrisse il memoriale di Rolando di Bernardino di Mezzario, rogato il 5 agosto di quell'anno. In effetti, la sola circostanza che ci sia nota della vita del B. in questi tre lustri è la familiare consuetudine che lo legò al conte di Montefeltro, Guido I, il quale lo volle tra i suoi più diretti collaboratori e lo ebbe come il più ascoltato dei suoi consiglieri. Giovanni Villani testimonia del resto (VII, 81, p. 145) - sia pure con alquante riserve - la parte che il B. ebbe nell'incursione condotta dal conte contro le milizie francesi di "messer Gianni de Prà" (1282); e un'eco della sua attività di consigliere militare del conte di Montefeltro si trova, d'altra parte, nello scarno commento di Benvenuto da Imola.
Non conosciamo né la data né le circostanze della sua morte. Secondo una puntuale notizia riferita da Filippo Villani (p. 418) e della quale, sino a prova contraria, non è lecito dubitare, il B. morì "già vecchio, vivendo ancora il conte Guido il quale con gran concorso de' Forlivesi, seppellì l'ossa sue in Santo Mercuriale molto onorevolmente".
Un documento bolognese, edito dallo Zaccagnini, testimonia che nel 1296 il B. era ancora vivo, che abitava a Forlì e che veniva considerato tra le persone più ragguardevoli di quella città. Poiché Guido I da Montefeltro morì il 29 sett. 1298, e poiché sembra, d'altro canto, che fu lui a tributare al B. le estreme onoranze, non è azzardato pensare che l'astrologo forlivese sia morto nella sua città natale sullo scorcio del secolo XIII; la sua scomparsa, comunque, non dovette avvenire dopo l'estate del 1298.Dopo la sua morte si diffuse la leggenda di una conversione e di una vocazione tardiva del B., che avrebbe concluso la sua vita come frate minore in una comunità francescana. Tale leggenda, che pure è stata ripresa da agiografi e storici dell'Ordine di S. Francesco, ed è stata confermata dallo Sbaraglia, non si fonda in realtà su prove concrete: ma è da ritenere, come pensò il Guerri, che essa sia sorta come riflesso delle vicende spirituali del suo ultimo protettore, Guido da Montefeltro. Allo stesso modo è da ritenere leggendaria la narrazione contenuta negli Annales Forolivienses, secondo i quali il B. sarebbe stato ucciso da alcuni malfattori sulla strada da Cesenatico a Cesena, mentre tornava da un viaggio compiuto a Parigi e nelle maggiori città italiane, dove avrebbe portato e discusso, con i professori di quelle università, le sue opere.
La figura del B. destò viva impressione nei suoi contemporanei, soprattutto per la fama di empietà e di oscura stregoneria che gli si attribuivano. Fra' Salimbene de Adam, nella sua Cronica, insiste particolarmente su questo punto, ricordando, fra l'altro, un dibattito pubblico (ovviamente taciuto dal B.), che vide di fronte l'astrologo e un famoso predicatore francescano, Ugo da Reggio, il quale avrebbe confutato una ad una le tesi del B., costringendolo infine al silenzio e ad allontanarsi "confuso". L'attendibilità dell'episodio, il cui esito doveva esser stato particolarmente amaro per il B. perché avvenuto proprio a Forlì, sembra confermata dall'ostilità che egli manifesta nei confronti del clero e, in particolare, nei confronti degli Ordini mendicanti in molti passi della sua opera maggiore, soprattutto là dove allude esplicitamente all'oroscopo da lui fatto sull'imminente scioglimento dell'Ordine francescano.
www.argo-school.ru/mir_astrologii/retsenzii_i_k...
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Монтаперти — 4 сентября 1260
Беневенто — 26 февраля 1266
Кампальдино - 2 июня 1289
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